Il rosso che divide, seduce e racconta
Ci sono colori che sembrano parlare prima ancora di essere guardati. Il colore rosso è uno di questi. Non è un semplice pigmento: è un segnale, una soglia, un simbolo che attraversa secoli di cultura. Ho preso in mano Rosso, Storia di un colore, quando ho iniziato a esplorare il mondo del colore per affinare il mio lavoro di designer. Questo volume di Michel Pastoureau mi è tornato più volte tra le mani a dire la verità. Ogni capitolo mi ricordava quanto il rosso sia complesso, controverso, potentissimo nella comunicazione visiva.
In questo libro non trovi soltanto nozioni storiche: Pastoureau costruisce un viaggio culturale che parla anche a chi, come me, vive quotidianamente in mezzo a palette cromatiche, gerarchie visive, scelte simboliche e strategie di branding.
Il rosso attraversa religione, politica, arte, moda e psicologia. E capirlo significa usare il colore in modo più consapevole, anche nei micro-dettagli di un’interfaccia digitale.

Chi è Michel Pastoureau
Michel Pastoureau (1947) è uno storico francese nato nel 1947, specializzato in simbolismo, araldica e soprattutto nella storia sociale dei colori. È considerato uno dei massimi studiosi europei sull’argomento, noto per un approccio rigoroso ma accessibile che intreccia antropologia, arte e cultura popolare. Ha insegnato per molti anni all’École Pratique des Hautes Études di Parigi e ha pubblicato una serie di libri monografici dedicati ai colori: blu, nero, verde, giallo e naturalmente rosso.
La sua scrittura è limpida, curiosa, spesso sorprendente. Chi lavora nel design lo apprezza perché riesce a tradurre la storia simbolica dei colori in riflessioni immediate per il presente.
Di cosa parla il libro
Rosso. Storia di un colore è una ricognizione ampia, articolata e mai pedante sull’evoluzione del rosso come concetto culturale prima ancora che cromatico. Il libro segue un percorso storico che parte dalla preistoria e arriva fino alla contemporaneità, mostrando come il rosso sia stato di volta in volta colore del potere, del pericolo, del sacro, della sensualità e della rivoluzione.
Pastoureau divide la narrazione in epoche e contesti, così da mettere in evidenza continuità e fratture nella percezione del colore. Ne emerge un quadro ricchissimo: il rosso come primo colore “nobile” della storia dell’arte, il rosso delle tuniche imperiali, il rosso del peccato nel Medioevo cristiano, il rosso delle fiabe e del teatro, fino alle attuali ambivalenze tra marketing aggressivo e estetiche minimalist-pop contemporanee.
Il rosso come primo colore della storia visiva
Secondo Pastoureau, l’umanità ha percepito e nominato prima il rosso, poi gli altri colori. Le pitture rupestri e i pigmenti ferrosi lo confermano: il rosso era segno, codice, identità. Questa centralità primordiale lo rende ancora oggi un colore immediatamente riconoscibile e ad alto impatto nell’esperienza utente.
Il legame tra rosso e proibizione
Nel Medioevo cattolico il rosso si caricò di significati contraddittori: colore del Cristo ma anche del demonio. Questa ambivalenza culturale influisce moltissimo sul modo in cui lo percepiamo oggi: potente, ma da dosare con attenzione. Per un designer significa ricordarsi che ogni scelta cromatica è un messaggio.
Il rosso come colore del potere e dell’eccesso
Dai cardinali ai re, il rosso è stato il colore delle élite. Pastoureau racconta anche come la sua produzione fosse costosa e complessa: scegliere il rosso significava affermare autorità. Oggi questa eredità sopravvive in molti brand premium o fashion, che usano tonalità di rosso per comunicare forza e decisione.
La rivoluzione moderna del rosso
Il rosso diventa politico: bandiere, manifesti, propaganda. Pastoureau mostra come, tra Ottocento e Novecento, il rosso si sia trasformato nel colore della massa e delle rivoluzioni sociali. Questa evoluzione lo rende un colore “di rottura”, perfetto per l’innovazione ma rischioso quando non si vuole trasmettere conflitto.
Applicazioni pratiche per design, branding e UX
Leggere Rosso. Storia di un colore mi ha ricordato quanto una palette cromatica sia un sistema di significati, non solo di tonalità. Alcune applicazioni immediate:
- Branding: sapere che il rosso comunica potere, energia e rottura aiuta a decidere quando usarlo in loghi o campagne, soprattutto per brand innovativi o che vogliono emergere.
- UI design: il rosso è spesso associato a warning o errori. Conoscere la sua storia simbolica permette di usarlo con consapevolezza, evitando overload visivo.
- Design emozionale: Pastoureau mostra che il rosso attiva sempre una risposta emotiva forte. In progettazione questo può diventare un vantaggio nelle call-to-action o negli highlight.
- Strategia visiva: comprendere il rosso come colore dinamico e controverso aiuta a integrarlo in palette più equilibrate, magari compensandolo con neutri o toni freddi.
Per millenni, il rosso è stato in Occidente l’unico colore degno di questo nome, l’unico vero colore.
Michel Pastoureau | Rosso. Storia di un colore
3 motivi per leggerlo
- Capire il colore oltre la teoria – Non è un manuale né un compendio psicologico: è un’immersione culturale. Questo permette di cogliere le radici profonde delle scelte cromatiche che facciamo oggi nel branding, nella comunicazione e nelle interfacce digitali.
- Stimolare lo sguardo critico del designer – Ogni capitolo contiene aneddoti e interpretazioni che aiutano a vedere il colore come strumento narrativo. Dopo aver letto Pastoureau, non si guarda più un pantone rosso nello stesso modo.
- Offre una lettura immersiva che stimola l’immaginazione – Alcune edizioni non hanno immagini, ma la forza del libro sta proprio nella capacità di farti “vedere” il rosso attraverso le parole: rituali, abiti, pigmenti, bandiere, dipinti storici.
3 motivi per non leggerlo
- Non è un manuale pratico – Se cerchi suggerimenti operativi su quale tono di rosso usare in UI design o branding, questo libro non fa al caso tuo. Offre prospettiva, non procedure.
- Richiede un minimo di interesse per la storia – Pastoureau parla di simbolismo, riti, araldica. Chi preferisce contenuti più contemporanei potrebbe trovarlo dispersivo.
- Alcune sezioni sono descrittive e meno narrative e alcune edizioni non hanno illustrazioni – Il ritmo può rallentare in certi passaggi più accademici, sebbene brevi. Inoltre non essendoci immagini (in alcune edizioni) è difficile stare dietro ad alcuni esempi.
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In pillole
- Il rosso è il colore più antico e culturalmente carico.
- È potente, simbolico e ambivalente: sacro, peccaminoso, politico.
- Pastoureau offre una prospettiva storica, non tecnica.
- Ideale per designer, brand strategist e creativi.
- Non adatto a chi cerca solo consigli pratici o immediati.
- Perfetto per ampliare la propria visione sulla comunicazione cromatica.
Altri libri dello stesso autore da leggere
Se il tema del colore ti affascina, Pastoureau ha costruito una vera e propria “biblioteca cromatica”. Tra i più interessanti:
Blu. Storia di un colore
Una delle sue opere più celebri: un viaggio nel significato culturale del blu, da colore marginale a simbolo di fiducia e modernità.
Nero. Storia di un colore
Dalla sacralità medievale al minimalismo contemporaneo: un libro fondamentale per capire un colore spesso trattato come “non colore”.
Giallo. Storia di un colore
Un testo sorprendente su un colore spesso frainteso, utile per chi vuole valutare tonalità alternative e narrative più luminose.
Libri simili di altri autori sullo stesso argomento
Per allargare il discorso oltre Pastoureau, ti consiglio:
Una sorta di “Enciclopedia” che splora il colore non solo come tool grafico, ma come fenomeno culturale e visivo.
Interazione del colore. Esercizi per imparare a vedere di Josef Albers
Un classico assoluto. Non è narrativo, ma sperimentale e didattico. Perfetto per capire come i colori interagiscono tra loro, cambiando la percezione in base al contesto.
Palette perfette per graphic designer e illustratori. Combinazioni di colori, significati, riferimenti culturali di Sara Caldas
Un vero e proprio strumento pratico-ispirazionale per designer e illustratori che vogliono trasformare la scelta della palette in un atto consapevole, non solo estetico.



