Un incontro con il futuro dell’intelligenza
Non capita tutti i giorni di imbattersi in un libro che, in circa 160 pagine, riesce a farti riflettere sul rapporto tra uomo, macchina e conoscenza con chiarezza e profondità. È ciò che fa Machina Sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza (2024) di Nello Cristianini, pubblicato da Il Mulino.
Da freelance che opera ogni giorno nel mondo del brand design, della UX/UI e della progettazione web, ho trovato interessante come l’autore colleghi le evoluzioni dell’intelligenza artificiale non solo a scenari tecnologici, ma anche a cambiamenti nel modo in cui le macchine “pensano” (o esibiscono forme di pensiero) e come noi – progettisti, stratega di marchi, professionisti della user-experience – possiamo interpretare queste trasformazioni nella nostra pratica.

In questo articolo esplorerò il libro, metterò in luce i punti salienti e rifletterò su come tutto questo possa avere un impatto concreto sul nostro lavoro di design, brand identity e interfacce digitali.
Chi è Nello Cristianini
Nello Cristianini è professore di Intelligenza Artificiale presso l’University of Bath (Regno Unito). La sua formazione è in fisica (Università di Trieste), poi un master in “Computational Intelligence” a Royal Holloway e un dottorato all’Università di Bristol.
Il suo campo di ricerca spazia dall’apprendimento automatico (machine learning) e dai metodi kernel alle implicazioni sociali e filosofiche dell’IA. Vanta una lunga produzione accademica e più recentemente ha scritto per un pubblico più ampio, proprio per aiutare a capire cosa stia succedendo quando parliamo di “macchine intelligenti”.
Dal punto di vista della credibilità, questo rende Cristianini un autore autorevole: non solo un divulgatore, ma qualcuno che conosce a fondo la tecnologia, i suoi algoritmi e le loro implicazioni. È utile leggere un testo che combina tecnica e visione in modo accessibile.
Di cosa parla il libro
I contenuti di Machina Sapiens si articolano in tre macro-sezioni: costruzione delle macchine pensanti (gli scienziati), l’incontro uomo-macchina (le persone) e le macchine stesse che “sanno” e che ci interrogano (le macchine).
L’autore sceglie un approccio narrativo e accessibile: ogni capitolo ha un titolo evocativo (“Lo chiamarono GPT”, “Autopsia di un alieno”, “La gara di corsa”, …) che rende la lettura più fluida pur restando rigorosa.
Ecco i quattro punti salienti che ritengo più rilevanti per chi lavora in design/UX/branding:
Il salto emergente dell’IA
Cristianini spiega come modelli linguistici (tipo GPT) siano stati addestrati con l’obiettivo “semplice” di predire la parola mancante, ma abbiano sviluppato capacità ben oltre: ragionamento, pianificazione, risoluzione di problemi.
Per il designer significa che non stiamo solo usando “strumenti”: stiamo collaborando (o entrando in competizione) con entità che apprendono e generano contenuti.
La disconnessione tra “pensiero umano” e “funzionamento macchina”
Le macchine non pensano come noi. Cristianini mette in guardia dall’antropomorfizzare le tecnologie.
In termini di UX/UI questo significa che non possiamo progettare interfacce supponendo che l’algoritmo “capisca” come farebbe un umano: dobbiamo capire la logica dietro, gestire l’errore, prevedere “allucinazioni” dell’IA.
Il problema della comprensibilità e fiducia
Una delle sezioni chiave riguarda il fatto che spesso non sappiamo perché un algoritmo produce un certo risultato (“L’algoritmo con le allucinazioni”).
Questo tocca direttamente il branding e la UX: se un sistema predittivo suggerisce un contenuto, come lo spieghiamo agli utenti? Come garantiamo trasparenza e fiducia?
Il tema della “massa critica” e del superamento umano
Cristianini suggerisce che potrebbe esserci una soglia oltre la quale le macchine accelerano e superano le nostre capacità in modi imprevisti.
Da designer, questo apre scenari: cosa significa per l’esperienza utente se l’IA lavora meglio di noi in certe parti del processo creativo? Quale sarà il nostro ruolo?
Lo stile del libro è narrativo ma preciso: contrappone scienza, riflessione filosofica, casi reali (come l’uso di modelli linguistici) e domande aperte. Non è un manuale tecnico di design, ma un testo che aiuta a «pensare» il design nell’era dell’IA.
Applicazioni pratiche per design/branding/UX
Se ti occupi di UX/UI, web design o branding, allora Machina Sapiens può essere una fonte di insight pratici. Ecco qualche esempio:
- Interfacce “intelligenti”: comprendere come un modello linguistico apprende può aiutarti a progettare chatbot, assistenti virtuali o moduli di input predittivo. Conoscendo le “allucinazioni” e i limiti dell’IA, puoi anticipare gli errori e costruire UX più robuste.
- Brand identity nell’era dell’IA: se un brand “dialoga” con l’utente tramite modelli intelligenti, serve una voce chiara, consapevole della macchina che “sta dietro”. Il libro ti dà la prospettiva per elaborare una brand identity “umana” che collabora con l’intelligenza artificiale, anziché esserne dominata.
- Etica e trasparenza nel design: progetti per PMI o startup che implicano sistemi decisionali automatici — ad esempio raccomandazioni, personalizzazione — richiedono che tu possa spiegare “cosa fa l’algoritmo”. Machina Sapiens ti offre il linguaggio e la consapevolezza per integrarlo nei tuoi progetti web.
Propongo di considerare la domanda: ‘Le macchine possono pensare?
Alan Turing | Il piccolo libro dei colori
3 motivi per leggerlo
- Per costruire consapevolezza nel design contemporaneo – Viviamo in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale non è più un “futuro” ma un presente nei progetti web, nelle interfacce, nei brand. Leggere Machina Sapiens ti aiuta a capire cosa significa “macchina intelligente” e come questo influenza il design – non più solo estetica, ma struttura, logica, interazione.
- Per arricchire il tuo dialogo con i clienti – Come freelance UX/UI o brand strategist, spesso ti trovi a tradurre concetti tecnici in termini comprensibili per PMI e startup. Il libro ti fornisce gli argomenti e il linguaggio per spiegare ai clienti «perché usare l’IA», «qual è il valore», «quali sono i limiti». In questo modo rafforzi il posizionamento professionale.
- Per anticipare il cambiamento – Cristianini propone scenari futuri: macchine che imparano oltre le nostre aspettative, soglie critiche, implicazioni sociali. Per un professionista che lavora in settori creativi e digitali è importante non solo reagire, ma prevedere. Il libro ti stimola a pensare “what’s next” per la UX, il branding e il web design all’ombra dell’intelligenza artificiale.
3 motivi per non leggerlo
- Se cerchi un manuale tecnico o pratico di design – Machina Sapiens non è una guida passo-passo per costruire interfacce o brand visivi. Non contiene template, né workshop, né plug-in. Se hai bisogno di un “come fare” concreto, dovrai integrarlo con altri testi specifici.
- Se non sei interessato all’IA come filone strategico – Se il tuo lavoro si limita a progetti grafici statici o a brand identity tradizionali e non prevedi lavoro su UX, interfacce dinamiche o interazione utente-macchina, potresti considerarlo un libro “di contorno” e preferire qualcosa di più specifico per il tuo focus.
- Se preferisci risposte certe piuttosto che domande aperte – Cristianini non offre soluzioni definitive o previsione “chiusa” sul futuro dell’IA: piuttosto apre domande, scenari e invita alla riflessione. Se preferisci testi che diano “le risposte giuste” o metodi applicativi completi, questo potrebbe risultare frustrante.
Verso il prossimo livello del design
Machina Sapiens è un testo che consiglio se vuoi capire come funziona l’intelligenza artificiale.
Ho integrato l’AI nel mio flusso di lavoro, dalla progettazione dell’esperienza utente alla definizione della brand identity, fino alla creazione di interfacce che dialogano davvero con le persone.
Scrivimi e progettiamo insieme un design che unisce creatività, tecnologia e visione.
In pillole
- Tema: macchine intelligenti, modelli linguistici, IA che “sa” e “ragiona” in modi nuovi
- Per chi: designer UX/UI, brand strategist, web designer freelance che vogliono integrare IA nei progetti
- Non per chi: cerca manuali pratici esclusivamente di design visivo o non lavora con interazione uomo-macchina
- Offre: riflessione strategica, linguaggio accessibile, scenari futuri – ma non guida tecnica di implementazione
- Key insight: le macchine non pensano come noi; l’intelligenza artificiale richiede un nuovo paradigma progettuale
- Utilizzabile con clienti: spiega l’IA, costruisce fiducia, arricchisce i servizi
Altri libri dello stesso autore da leggere
Se ti piace l’AI e il lavoro di Nello Cristianini, questi titoli sono perfetti per approfondire:
La scorciatoia. Come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano (Il Mulino, 2023)
Introduzione molto accessibile alle origini dell’IA moderna e alla sua diffusione, utile se vuoi capire il “come siamo arrivati fin qui”.
Sovrumano, oltre i limiti della nostra intelligenza (Il Mulino, 2025)
In uscita o recente, esplora il potenziale delle macchine nel superamento delle capacità umane; utile per esplorare “dopo” Machina Sapiens.
Libri simili di altri autori sullo stesso argomento
Per allargare il discorso dell’AI, ti consiglio:
La macchina che impara di Pedro Domingos (ed. italiana)
Introduzione all’apprendimento automatico con linguaggio accessibile.
Intelligenza artificiale. Guida all’uso di Pedro Marín
Aspetti pratici e sociali, utile per chi vuole applicare nel mondo reale.
Human + Machine: Reimagining Work in the Age of AI di H. James Wilson e Paul R. Daugherty
Non italiano, ma tradotto; esplora la collaborazione uomo-macchina nel lavoro creativo, utile per designer.



