copertina Filosofia del Graphic Design

Due Sbadigli con Riccardo Falcinelli e la sua Filosofia del Graphic Design

Un’antologia per riflettere sul progetto visivo

Lo ammetto, ho letto Filosofia del graphic design, un po’ a fatica, ma sono comunque rimasta colpita dalla forza con cui mette in discussione il ruolo del graphic design non solo come mestiere tecnico, ma come pensiero critico visivo.

Per chi come me lavora con brand identity, UX/UI e progettazione web, questo libro rappresenta una specie di “punto di repere”: ci ricorda che dietro ogni layout, ogni interfaccia, ogni marchio, c’è un dibattito culturale che ha radici storiche profonde.

In un mondo dove spesso il design viene ridotto a “bello / non bello” o al solo “fare grafica”, Falcinelli, grazie alle parole di chi prima di noi ha navigato in queste acque, ci invita ad andare oltre: a domandarci perché facciamo ciò che facciamo, a chi rivolgendoci e con quale potere visivo.
Nel contesto del design digitale e del branding freelance, è una lettura che aiuta a recuperare consapevolezza e profondità.

Copertina del libro Filosofia del graphic design di Riccardo Falcinelli

In questo articolo vedremo chi è l’autore, di cosa parla il libro, perché leggerlo — e perché forse non leggerlo — quali altri testi collegati meritano attenzione, e come applicarlo concretamente al nostro lavoro di designer freelance.

Chi è Riccardo Falcinelli

Riccardo Falcinelli (nato nel 1973) è grafico, teorico del design e docente. Si è laureato in Lettere presso la Sapienza di Roma con una tesi su “Il romanzo visivo” e ha studiato anche al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra.
Lavora come progettista grafico e come curatore; ha organizzato collane editoriali, progettato libri per editori italiani — tra cui Einaudi, minimum fax, Laterza.
Dal 2012 insegna Psicologia della percezione presso l’ISIA – Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Roma.

La sua produzione saggistica spazia dal rapporto tra neuroscienze e design (ad esempio Guardare, pensare, progettare) al visual design contemporaneo (Critica portatile al visual design).
In breve: Falcinelli ha l’esperienza del fare, del pensare e dell’insegnare design. E questo rende “Filosofia del graphic design” non solo un’antologia, ma un progetto editoriale dotato di spessore teorico e operativo.

Di cosa parla il libro

“Filosofia del graphic design” è un’antologia (a cura di Falcinelli) che raccoglie circa 40 testi — molti tradotti in italiano per la prima volta — di grafici, artisti, tipografi, teorici del Novecento.
Il libro è pubblicato nella collana Piccola Biblioteca Einaudi nel 2022.
Lo scopo è tracciare un percorso culturale che interroga le radici e le implicazioni del graphic design come disciplina e come atto visivo/retorico nella società di massa.

Il volume si apre con un’introduzione di Falcinelli, che contestualizza la grafica nel panorama del design e della cultura visiva contemporanea: “Da almeno due secoli, nella società industrializzata, il graphic design contribuisce a dare forma agli oggetti e ai discorsi…”

Successivamente propone (furbamente) i testi scelti: da figure storiche come William Morris, El Lissitzky e László Moholy‑Nagy, passando per tipografi e designer come Albe Steiner e Bruno Munari, fino a pensatori più contemporanei quali Muriel Cooper, Katherine McCoy, Tibor Kalmán e Michael Rock.
Ecco quattro punti che ho considerato particolarmente rilevanti:

Il graphic design come pensiero culturale

Non solo “fare grafica”, ma interrogarsi su cosa significhi progettare visivamente nella società: “qual è il potere del graphic design nella società di massa?
Si tratta di un servizio o di un’opera di ingegno?
Questa prospettiva è fondamentale per chi lavora con branding e UX: ci spinge a pensare all’impatto visivo oltre che estetico.

La lunga genealogia del progetto grafico

Il volume mostra come la grafica attinga da arti, tipografia, avanguardie, costruendo un percorso di pensiero che – se guardato bene – tocca tematiche attuali: interfacce digitali, cultura visiva, consumatori.
Per esempio, testi di El Lissitzky che già prefiguravano idee di “elettrobiblioteca”.

La disciplina del designer tra tecnica e autorevolezza

Un tema ricorrente: il progettista grafico è “solo” esecutore o autore? Il committente parla attraverso la grafica o il designer ha voce propria?
Questa riflessione è utilissima quando si lavora come freelance: definisce la nostra identità professionale.

La visione del destinatario / utente

Il libro chiede: “chi guarda la grafica? È un utente consapevole o un mero consumatore?
Questo è centrale anche per UX/UI: non basta che il progetto sia bello, occorre che l’utente ci entri, lo interpreti, lo usi.

Il tono dei testi originali varia — trattandosi di un’antologia — ma l’introduzione di Falcinelli è accessibile e stimolante. Non è un manuale tecnico, né un trattato rigorosamente accademico: è un “quaderno di riflessioni” sul design visivo.
L’approccio è più “conversazione intellettuale” anche se alla lunga pesante da seguire: avrei voluto vedere più lavori grafici contestualizzati.
In sintesi: il libro non ti dice come fare un logo o un’interfaccia, ma ti aiuta a capire perché lo fai e in che contesto visivo, culturale e temporale operi.

Perché è una lettura per UX/branding/web design

Dal lavoro di Falcinelli emergono diversi spunti applicabili al quotidiano di un freelance designer:

  • Quando definisci una brand identity, chiediti: che potere visivo ha questo segno? Non solo “mi piace”, ma “che immagine evochiamo? Per chi?”. Il libro aiuta a capire che il marchio non è solo estetica, ma cultura visiva.
  • In un progetto UX/UI: prima di scegliere stile, colore, tipografia, considera l’utente e la consapevolezza visiva. Falcinelli invita a pensare al destinatario non come semplice “cliccatore”, ma come osservatore consapevole del discorso visivo.
  • Nel web design: i layout, la gerarchia visiva e le interfacce possono essere letti come “manifeste” – cioè veicoli di messaggio, non solo strutture. Questa prospettiva ti aiuta a impostare brief più solidi con i clienti: “quali valori comunicativi”, “che narrazione visiva”, “quale contesto di ricezione”.

SIAMO QUI PER ESSERE CATTIVI.

Tibor Kalman e Karrie Jacobs | Filosofia del Graphic Design

3 motivi per leggerlo

3 motivi per non leggerlo

Soluzioni a problemi di design

Se lavori come UX/UI designer, grafica o brand strategist, Filosofia del graphic design diventa uno strumento prezioso: ti aiuta a giustificare le tue scelte visive ai clienti in modo più solido e professionale, dandoti un linguaggio culturale e progettuale più ricco.

Se invece stai cercando solo soluzioni rapide e immediate, magari puoi rimandare la lettura e scegliere qualcosa di più operativo contattandomi: Saprò aiutarti nel tuo progetto.

CONTATTAMI

In pillole

  • Antologia di circa 40 testi fondamentali del graphic design e della cultura visiva.
  • Per chi è: designer grafico, brand strategist, UX/UI freelancer che vogliono ampliare la visione.
  • Non per chi cerca: manuali pratici immediati, tutorial software, tool-based.
  • Key takeaways: pensare il graphic design come disciplina visiva e culturale; interrogare ruolo e destinatario; arricchire la propria mappa culturale del design; usare le riflessioni per rafforzare il tuo posizionamento professionale.
  • Chi dovrebbe leggerlo: freelance che vogliono dare profondità al loro lavoro visivo, professionisti del brand design e UX che cercano un contesto teorico.
  • Chi può evitarlo: chi è alle prime armi e ha bisogno solo di “fai questo, clicca quello”; chi lavora solo su tool e non è interessato alla dimensione riflessiva del design.

Altri libri dello stesso autore da leggere

Se ti è piaciuto questo libro, ci sono altri testi di Riccardo Falcinelli che meritano attenzione.
Questi testi ti aiutano a costruire una “biblioteca da progettista” solida, che affianca la parte pratica con quella riflessiva.

Esplora il colore non solo come tool grafico, ma come fenomeno culturale e visivo.

Affronta il design visivo in epoca digitale, utile per chi lavora in UX/UI e connected brand.

Una riflessione sull’immagine in generale, perfetta per chi lavora col visual storytelling.

Libri simili di altri autori sullo stesso argomento

Ecco alcuni testi complementari che si inseriscono nella stessa ambito della riflessione culturale sul design visivo:

Meggs’ History of Graphic Design di Philip B. Meggs | Storia del graphic design

Classico internazionale, utile per un contesto storico.

Graphic Design A Concise History di Richard Hollis

Una storia documentata e visivamente ricca del graphic design nel Novecento: dal manifesto alla grafica aziendale, dalla stampa analogica all’era digitale.

Sposta il focus sull’esperienza utente, complementare al graphic design puro.

Valentina Fiscarelli
Valentina Fiscarelli

UX/UI, Web e Graphic Designer. Leggo molto e mi informo sulle novità per progettare meglio i prodotti dei miei clienti.
Benvenuti sul mio sito web.