Copertina di Cromorama di riccardo falcinelli

Cromorama: come il colore ha modellato la nostra percezione

Perché ho scelto di leggere Cromorama

Quando ho iniziato Cromorama – Come il colore ha cambiato il nostro sguardo, non mi aspettavo un libro tecnico sul colore né un manuale operativo. Avevo tante aspettative ed è stato il primo libro di Falcinelli che ho letto.
Mi interessava piuttosto capire come Falcinelli avrebbe collegato il tema dei colori alla nostra cultura visiva contemporanea, e soprattutto cosa avrei potuto tradurre in pratica nel mio lavoro di designer.

Fin dalle prime pagine ho capito che Cromorama non è uno di quei testi “per addetti ai lavori”: è un saggio ampio, ricco di collegamenti storici e culturali, che usa il colore come chiave interpretativa per capire come guardiamo il mondo oggi.

copertina Cromorama come il colore ha cambiato il nostro sguardo

In alcuni passaggi è brillante e apre prospettive utili anche a chi lavora nel digitale; in altri, a mio avviso, si dilunga più del necessario. A mio avviso, non si capisce bene il filo che collega il tutto, è difficile da spiegare, ma mi ha lasciato con questa sensazione.

Ho deciso di recensirlo proprio per questo: perché Cromorama non è un testo da prendere come “verità definitiva”, ma come una lente che ci obbliga a riconsiderare abitudini visive che spesso diamo per scontate. E per chi, come me, lavora ogni giorno con branding, UI e progettazione web, interrogarsi sul perché vediamo il colore in un certo modo è un esercizio che può davvero cambiare il modo in cui costruiamo identità visive.

Chi è Riccardo Falcinelli

Riccardo Falcinelli nato nel 1973 a Roma, è riconosciuto nel panorama del design e della grafica per il suo sguardo critico e riflessivo sul rapporto tra immagine, percezione e cultura visiva.
Spiccano nei suoi lavori l’attenzione alle implicazioni culturali del design e la capacità di tradurre concetti complessi in proposte visive e narrative accessibili. Nel caso di Cromorama, Falcinelli prosegue un progetto già avviato nei suoi precedenti saggi: studiare non solo il “come” si fa design, ma il “perché” dietro ciò che vediamo, percepiamo e scegliamo.
In questo testo in particolare, mette in luce come il colore sia parte integrante non solo della forma, ma del significato e della percezione.
È importante sottolineare che, sebbene io abbia già affrontato Falcinelli in precedenti articoli, qui non mi focalizzerò su ciò che ha già scritto in altri saggi, ma solo su Cromorama stesso e sul suo valore specifico per il nostro lavoro di design e branding.

Di cosa parla il libro

Cromorama si struttura in più parti (es. “Sguardi”, “Storie”, “Artefatti”, “Percezioni”) e conta circa 480 pagine con oltre 400 illustrazioni.
Falcinelli non adotta un approccio puramente tecnico o strettamente storico-artistico: preferisce una narrazione che esplora come il colore, nelle immagini moderne ma anche negli oggetti quotidiani, abbia cambiato il nostro sguardo e la nostra percezione del mondo.

Di seguito, i quattro punti salienti che ho ritenuto strategici in questo libro per un professionista del design.

Il colore come filtro della realtà

Falcinelli sostiene che il colore non è solo una proprietà estetica o un attributo formale, ma un filtro attraverso cui percepiamo e interpretiamo il mondo moderno. La tecnologia degli schermi, i media, la grafica pubblicitaria hanno “standardizzato” certe percezioni cromatiche e costruito abitudini visive. Ad esempio: «Chi ha conosciuto il colore della televisione, non può più vedere il mondo con gli occhi del passato».
Questo aspetto mi è piaciuto perché collega direttamente l’operato del designer (che sceglie palette, tinte, contrasti) alla percezione dell’utente finale: non solo «questo colore sembra bello», ma «questo colore viene interpretato così dal pubblico».

Storia, cultura, tecnologia: intreccio del colore

Il libro attraversa epoche e contesti: dal porpora simbolico nelle società antiche all’azzurro costoso dei pigmenti moderni, dal verde “mimetico” a colori del consumo, fino a tinte influenzate dalle tecnologie litografiche o digitali. Questo approccio storico-culturale aggiunge profondità: sappiamo che in design non è sufficiente “scegliere un bel colore”, ma capirne il contesto, il significato e la relazione con il pubblico.
Per esempio, l’autore si chiede perché nei dipinti di Piet Mondrian non ci sia il verde o perché una certa tinteggiatura venga impiegata in segnaletica o packaging. Un’osservazione che apre la mente a domande progettuali più ricche.

Design, percezione e neuroscienze

Falcinelli dedica una parte alla “percezione”: come il cervello costruisce il colore, come la luminosità e i contrasti influenzino la modalità in cui vediamo, come la tecnologia e le medie modificano queste dinamiche.
Da designer UX/UI, questo mi è parso un ponte importante tra estetica e funzionalità: scegliere un colore non solo per “stare bene insieme”, ma per “essere letto” e “interpretato” efficacemente dall’utente.
Ad esempio, pensare a un pulsante di call to action che utilizzi un colore ben percepito anche in ambienti luminosi, oppure valutare come il contrasto influenzi l’accessibilità.

Immagini, oggetti quotidiani, visione moderna

Uno degli elementi che ho apprezzato è che Falcinelli non resta nel mondo “alto” dell’arte, ma porta il discorso nel nostro quotidiano: matite colorate, segnaletica stradale, packaging alimentare, costumi visivi della televisione, del cinema. Questo rende il libro molto concreto per chi come noi lavora con brand, web, visual identity: il colore è ovunque, non solo nei manifesti o nei quadri.
Ecco perché suggerirei la lettura anche a chi lavora più con branding / UI rispetto che con pittura o arte pura.

Design / branding / UX / progettazione web: applicazioni pratiche

Dal libro ho tratto alcune idee concrete che puoi applicare subito nei tuoi progetti:

  • Quando crei una palette per un brand, valuta non solo l’estetica, ma anche la cultura visiva del pubblico: ad esempio, un range di blu può essere percepito come “fiducia” in un contesto, ma freddo o distante in un altro. Cromorama ci ricorda che il significato del colore è mediato dalla tecnologia e dalla società.
  • In UI/UX, controlla il contrasto e la luminosità non solo per leggibilità, ma anche per percezione: alcune tonalità “pop” vanno bene sullo schermo, ma perdono vigore in ambienti reali o su display meno performanti. Il libro esplora come l’occhio moderno sia abituato a schermi brillanti.
  • Nel branding, integra il colore come parte della narrazione visiva: quel brand non sceglie solo “rosso perché è energico”, ma “rosso perché nella nostra storia/mercato/cultura…”. Cromorama mostra come il colore veicola storie (dal porpora simbolico all’azzurro del consumo).
  • Per un sito web orientato all’accessibilità e alla responsività, considera che diversi ambienti hanno diverse percezioni cromatiche: luce ambiente, device, riflessi… Falcinelli stimola a pensare a “colori in contesti” più che “colori in isolamento”.

Il colore è spesso un’idea o un’aspettativa. Ovvero certe tinte diventano tutt’uno con gli oggetti che le indossano al punto che è difficile pensarli altrimenti.

Riccardo Falcinelli | Cromorama Come il colore ha cambiato il nostro sguardo

3 motivi per leggerlo

3 motivi per non leggerlo

Pronto a far funzionare il tuo progetto?

Se stai pensando a una nuova identità visiva, un restyling di sito web, un branding che tenga conto dell’esperienza utente e della percezione visiva, questo libro può essere un compagno stimolante.
Se vuoi, posso aiutarti a integrare nei progetti di UX/UI e brand identity una palette cromatica coerente.
Contattami per una consulenza su questi temi.

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In pillole

  • Il colore è un filtro interpretativo della realtà, non solo un elemento visivo.
  • Il libro esplora il colore attraverso storia, tecnologia, percezione e cultura.
  • Utile per designer/brand strategist/UX perché trasforma la scelta cromatica in leva strategica.
  • Non è un manuale rapido o esclusivamente tecnico: richiede tempo e interesse per la riflessione.
  • Perfetto se vuoi arricchire la tua visione progettuale e migliorare la consapevolezza cromatica.
  • Meno indicato se cerchi solo “una tabella di colori” da applicare subito o una guida molto pratica senza contesto.
  • Chi dovrebbe leggerlo: designer grafici/digitali, web designer, brand strategist, UX/UI designer.
  • Chi potrebbe non trovarlo utile: chi lavora solo con template standard e non ha interesse a riflettere sulle implicazioni visive e culturali del colore.

Altri libri dello stesso autore da leggere

Se ti è piaciuto Cromorama, ti suggerisco anche altri titoli di Falcinelli che esplorano immagine, visione e design in modi affini:

Indaga come funzionano le immagini, tema perfetto per chi lavora con interfacce, brand/social.

Più teorico e filosofico, per chi vuole approfondire ancora di più il “perché” del graphic design.

Un saggio che esplora analogamente la visione visiva e i media, con focus più esplicito sul visual design contemporaneo.

Libri simili di altri autori sullo stesso argomento

Ecco alcuni testi complementari che si inseriscono nella stessa ambito della riflessione culturale sul design visivo:

Pastoureau è probabilmente la voce più autorevole nello studio del colore in chiave storica e simbolica. In questo libro, aiuta a decostruire l’idea che il colore sia “naturale”: ogni tinta è una costruzione culturale.

Interazione del colore. Esercizi per imparare a vedere di Josef Albers

Un classico assoluto. Non è narrativo come Falcinelli, ma sperimentale e didattico. Perfetto per capire come i colori interagiscono tra loro, cambiando la percezione in base al contesto.

Palette perfette per graphic designer e illustratori. Combinazioni di colori, significati, riferimenti culturali di Sara Caldas 

Un vero e proprio strumento pratico-ispirazionale per designer e illustratori che vogliono trasformare la scelta della palette in un atto consapevole, non solo estetico.

Valentina Fiscarelli
Valentina Fiscarelli

UX/UI, Web e Graphic Designer. Leggo molto e mi informo sulle novità per progettare meglio i prodotti dei miei clienti.
Benvenuti sul mio sito web.