La User research che parte dalle persone
Mi capita spesso, nei progetti di UX, di sentire la frase: “Ma tanto sappiamo già cosa vogliono gli utenti”. Poi leggo libri come Chi vuole cavalli più veloci? di Raffaella Roviglioni e mi ricordo perché questa convinzione è così pericolosa per chi progetta esperienze digitali.
Il libro non è un manuale tecnico, e nemmeno una lista di metodi da applicare meccanicamente. È un invito a fare ricerca come farebbe un essere umano curioso, capace di ascoltare senza presupporre, di osservare prima di ideare, di mettersi “da parte” per lasciare spazio alle persone.

Per chi lavora nel design — e in particolare nella UX research — questo approccio rappresenta una boccata d’aria: ci ricorda che non progettiamo interfacce, ma relazioni. E che gli insight più preziosi non vengono dalle nostre ipotesi, ma dai comportamenti, dalle parole e dai silenzi degli utenti.
In un contesto in cui le immagini dominano i nostri schermi e i brand devono farsi vedere, farsi capire e farsi ricordare, questo libro mi è parso molto utile — non solo come studio teorico, ma come risorsa operativa.
Chi è Raffaella Roviglioni
Raffaella Roviglioni è una designer e ricercatrice con un background solido nella progettazione di prodotti e servizi centrati sulle persone (con oltre 15 anni di esperienza!!). Negli anni ha lavorato con aziende, enti pubblici e organizzazioni sociali, portando la ricerca utenti in contesti spesso lontani dal digitale, ma molto vicini alla vita quotidiana.
È conosciuta per il suo approccio caldo, empatico, ma anche estremamente rigoroso, e per la capacità di rendere la ricerca qualitativa uno strumento accessibile, non elitario.
Collabora da tempo con realtà che si occupano di design etico, ricerca partecipata e innovazione sociale. I suoi lavori e interventi pubblici insistono su un punto chiave: la ricerca non è un processo da “spingere dentro” a un progetto, ma una postura da mantenere in ogni fase.
Per chi opera nella UX, il suo contributo è prezioso perché rende evidente qualcosa che spesso dimentichiamo: non siamo noi a definire la direzione; sono le persone.
Di cosa parla il libro
Il cuore del libro è un invito a ripensare il modo in cui intendiamo la user research. Non come un insieme di metodi, ma come una pratica quotidiana fatta di osservazione, ascolto e interpretazione.
La struttura del libro accompagna il lettore in tre direzioni fondamentali:
Come diventare bravi nel fare ricerca
L’autrice apre con una riflessione sulla mentalità e le abilità proprie del ricercatore: curiosità, ascolto attivo, umiltà.
Non si tratta solo di “apprendere un metodo”, ma di coltivare un’attitudine: essere disposti a interrogarsi, osservare, mettersi in ascolto. Questo è fondamentale per designer e brand strategist che vogliono mettere davvero le persone al centro.
Obiettivi della ricerca
Il libro mostra come passare dagli obiettivi di business a quelli di ricerca: definire domande rilevanti, pianificare cosa imparare.
Questa sezione è utile per un freelance: spesso si lavora con start-up o PMI che vogliono “fare qualcosa di bello”, ma la ricerca serve a capire che cosa significa “bello” per gli utenti.
Preparare, svolgere, analizzare la ricerca
La parte centrale è operativa: preparazione della ricerca (guide, strumenti, team), conduzione (interviste, empatia, gestione degli imprevisti) e analisi (codifica, sintesi, insight). Ad esempio, l’autrice dedica attenzione a come costruire un buon rapporto empatico con l’intervistato, cosa raramente trattata nei manuali più tecnici.
Sintesi e cosa succede dopo
Dopo aver raccolto i dati e analizzato, si arriva alla sintesi: trasformare i dati in insight utili alla progettazione. Vengono trattati i Personas, la presentazione dei risultati, e anche il “dopo ricerca”: come far partire la progettazione a partire dagli insight raccolti.
Non è un libro su come fare design o interfacce, ma su come la ricerca supporta e guida il design.
In pratica per UX designer
Il libro è estremamente concreto per chi lavora ogni giorno in UX e progettazione digitale.
Ecco alcuni esempi direttamente applicabili nella user research:
- Migliorare le interviste utenti
Roviglioni offre spunti preziosi per domande aperte, gestione del silenzio e interpretazione delle risposte. Utilissimo per chi deve condurre interviste senza influenzare la conversazione. - Analizzare temi complessi
Il suo approccio alla sintesi qualitativa aiuta chi deve riorganizzare dati destrutturati — verbatim, appunti, osservazioni, screenshot — per trasformarli in insight coerenti. - Progettare con più empatia
Il libro rafforza una competenza spesso data per scontata: la capacità di guardare i prodotti digitali dalla prospettiva di chi li userà. - Ridurre il rischio di soluzioni non centrate
Gli esempi raccontati nel testo mostrano come l’assenza di ricerca o la ricerca “finta” portino a interfacce non intuitive, servizi fraintesi, prodotti che nessuno desidera davvero.
La chiave è l’ aprirsi alla persone in modalità ricettiva, senza filtri. Impareremo il più possibile su di loro e con loro, e riusciremo a supportarli sempre meglio nei loro intenti.
Chi vuole cavalli più veloci? | Raffaella Roviglioni
3 motivi per leggerlo
- Ti aiuta a sviluppare una postura da ricercatore.
Più che un manuale, è una guida mentale nella user research. Chi progetta prodotti digitali spesso conosce gli strumenti della ricerca, ma non sempre il modo giusto di usarli. Roviglioni offre un cambio di prospettiva che può migliorare concretamente il modo in cui interpretiamo gli utenti. - Rende la ricerca qualitativa accessibile e non intimidatoria.
Anche se non hai un background accademico, puoi applicare subito molti dei concetti. L’autrice ha uno stile semplice, diretto e profondamente umano. - È utile per freelance, team piccoli, PMI e designer che lavorano da soli.
Spiega come fare ricerca “leggera” ma efficace, senza bisogno di grandi budget o piattaforme costose. Perfetto per chi lavora in autonomia o su progetti snelli.
3 motivi per non leggerlo
- Non è un manuale di design UI o visual design. Se stai cercando un libro che ti dica “come disegnare un’interfaccia”, “qual è il colore migliore”, o “come animare micro-interazioni”, questo non è il caso. Il focus è sulla ricerca utenti, non sull’esecuzione visiva.
- Richiede tempo e impegno. Anche se è accessibile, non è un libro “fai questo, spunta questo”. Se cerchi qualcosa di ultra-veloce, potresti considerare altri titoli.
- Cerchi un manuale tecnico con processi standardizzati.
Qui non troverai modelli rigidi per la user research, template o framework dettagliati. Se ti serve una guida pratica step-by-step, questo potrebbe non essere il libro ideale.
Perché investirci oggi?
Se vuoi migliorare il modo in cui raccogli insight, sintetizzi informazioni e trasformi ciò che osservi in scelte progettuali, questo testo è un ottimo alleato: ti aiuta a costruire progetti centrati sulle persone, con risultati più efficaci e differenzianti.
Se vuoi, potresti contattarmi per esplorare come applicare queste idee nel tuo prossimo progetto, che si tratti di pura esperienza utente, brand identity o web design.
In pillole
- Autrice: Raffaella Roviglioni – professionista UX con oltre 15 anni di esperienza.
- Obiettivo: rendere accessibile la ricerca utenti, dall’obiettivo al piano, all’analisi, alla sintesi.
- Target: designer, brand strategist, UX/UI freelance, product owner, PMI.
- Non adatto se stai cercando un libro tecnico di UI/visual design o se sei già esperto nella ricerca utenti.
- Una delle sue forze è l’approccio pratico e umano all’intervista e all’analisi qualitativa.
- Offre strumenti utili per integrare la ricerca nel flusso del design e della progettazione web.
Altri libri dello stesso autore da leggere
Non risultano altri libri pubblicati dall’autrice.
Segnalo però alcuni suoi interventi pubblici, articoli e podcast che possono essere approfonditi come materiali complementari:
“Ricerca utenti: intervista a Raffaella Roviglioni” – Bussolon.it
Conversazione utile per capire come applicare la ricerca in contesti reali.
“Perché la ricerca non è un optional” – Talk e workshop vari
Molti dei concetti del libro emergono anche nei suoi interventi divulgativi, spesso reperibili online.
Libri simili di altri autori sullo stesso argomento
Ecco qualche suggerimento di lettura correlata, in italiano preferibilmente:
Service Design – Polaine, Stickdorn, Lawrence (edizione italiana disponibile)
Un classico che spiega come integrare la ricerca nella progettazione di servizi complessi.
Sprint – Jake Knapp (edizione italiana)
Non è un libro di ricerca qualitativa, ma offre un metodo per trasformare insight e problemi in soluzioni rapide e testabili.
User Experience Research Scienza e principi guida per esperienze online e offline – F. Bonazza e M. Tibolla
Offre un approccio rigoroso e basato su metodi scientifici per progettare esperienze realmente centrate sulle persone.



