Un mondo nuovo
Quando ho letto La caffettiera del masochista di Donald A. Norman (edizione 2019, Giunti Editore), mi sono subito ritrovata a sorridere davanti agli esempi paradossali di oggetti quotidiani che, invece di semplificarci la vita, la complicano. Questo libro è un grande classico per chi si occupa di design, ma è utile anche a chi, semplicemente, ha provato la frustrazione di non capire come aprire una porta o accendere una lampada. Norman ci accompagna in un viaggio tra errori progettuali e buone pratiche, con un linguaggio chiaro e accessibile, che parla tanto a designer quanto a utenti comuni.

Dal punto di vista di chi lavora nella UX e nel branding, questo testo è illuminante: ci ricorda che ogni interfaccia, ogni prodotto e ogni servizio devono nascere dall’osservazione dei comportamenti reali delle persone, non solo da scelte estetiche. Ed è proprio qui che il libro diventa ancora più attuale.
Chi è l’autore
Donald A. Norman è uno psicologo cognitivo e ingegnere americano, co-fondatore della NNgroup, considerato uno dei padri fondatori dell’approccio user-centered design. Ha insegnato alla University of California di San Diego e ha lavorato come vicepresidente di Apple, portando all’interno dell’azienda un approccio più vicino ai bisogni delle persone.
Nel corso della sua carriera ha scritto numerosi testi sul design e sulla psicologia cognitiva applicata agli oggetti. Il suo sito personale jnd.org raccoglie molti materiali e riflessioni ancora oggi molto seguiti dalla community di designer.
Norman è noto soprattutto per aver diffuso concetti fondamentali come affordance, vincoli e feedback, che oggi fanno parte del vocabolario quotidiano di chiunque si occupi di progettazione. Il suo lavoro ha influenzato intere generazioni di designer, ricordando loro che il design non è (solo) estetica, ma soprattutto funzionalità, chiarezza e usabilità.
Di cosa parla il libro
Il libro si concentra su un tema semplice e universale: perché tanti oggetti quotidiani risultano difficili da usare? Norman risponde mostrando come il cattivo design nasca spesso dall’assenza di empatia per l’utente e dalla priorità data all’apparenza piuttosto che alla funzione.
Il testo è suddiviso in capitoli che alternano teoria e casi concreti, con un linguaggio fluido e ricco di esempi. Non è un manuale tecnico, ma un racconto che ci porta a osservare in modo critico il mondo che ci circonda.
Ecco quattro punti salienti che mi hanno colpito:
Affordance e visibilità
Norman introduce il concetto di affordance, ossia la capacità di un oggetto di suggerire il proprio uso. Una maniglia deve “chiamare” la mano, un pulsante deve apparire cliccabile. La mancanza di affordance genera confusione.
Feedback
Un buon design deve dare un riscontro immediato: se premo un pulsante, devo capire subito se l’azione è avvenuta. Quante volte, davanti a un ascensore, ci chiediamo se il bottone abbia davvero funzionato?
Errori umani e colpa del design
Norman ribalta la prospettiva: non è l’utente a sbagliare, ma il design che non è stato progettato bene. Una riflessione fondamentale per chiunque si occupi di interfacce digitali.
La metafora della caffettiera del masochista
L’immagine nasce da un oggetto assurdo disegnato da Jacques Carelman: una caffettiera con il beccuccio dalla parte del manico, impossibile da usare. Simbolo perfetto del design che ignora l’usabilità.
Questi concetti si intrecciano in capitoli che parlano di porte difficili da aprire, telecomandi incomprensibili e lavatrici piene di pulsanti inutili. Ma, dietro agli esempi divertenti, si nasconde un messaggio profondo: il design deve essere al servizio delle persone.
Applicazioni pratiche per design/branding/UX
Come designer, ho trovato in questo libro spunti immediatamente applicabili. Quando progetto un sito web o un’identità visiva, cerco di chiedermi: “Sto facilitando o complicando la vita dell’utente?”. Ad esempio:
- Nei siti web, la posizione dei pulsanti e la chiarezza delle etichette sono fondamentali per evitare frustrazione.
- Nel branding, un logo o un packaging devono comunicare immediatamente come si usano o cosa offrono.
- Nelle app, il feedback visivo (micro-animazioni, cambi di colore) è l’equivalente digitale del pulsante che si illumina.
Norman ci insegna che il design non è solo forma: è esperienza. E ogni esperienza positiva costruisce fiducia nel brand.

Se progettiamo cose per le persone, dobbiamo capire
sia le cose, sia le persone.
Donald A. Norman
3 motivi per leggerlo
- È universale: non serve essere designer per apprezzarlo. Chiunque abbia mai litigato con un oggetto quotidiano si riconoscerà nelle pagine.
- È pratico e concreto: non parla di teoria astratta, ma di esperienze che viviamo ogni giorno.
- È formativo per chi lavora nel design: diventa una guida utile a progettare prodotti e interfacce intuitive.
3 motivi per non leggerlo
- Non è un manuale tecnico: chi cerca istruzioni operative passo-passo potrebbe trovarlo troppo discorsivo.
- Ripetitività di alcuni esempi: Norman insiste spesso sugli stessi concetti con più varianti.
- Stile divulgativo: chi preferisce testi accademici rigorosi potrebbe giudicarlo troppo leggero.
Perché questo libro resta attuale
La caffettiera del masochista non è soltanto un saggio sul design, ma un invito a guardare il mondo con occhi diversi. Ogni oggetto intorno a noi racconta una storia: di attenzione o disattenzione verso chi lo usa. Leggere Norman significa imparare a non dare mai per scontato l’utente, a testare, osservare e progettare con empatia.
Se stai cercando di migliorare l’esperienza digitale del tuo brand o vuoi costruire un’identità visiva che non sia solo bella ma anche chiara e usabile, possiamo lavorarci insieme.
Contattami per scoprire come trasformare il tuo progetto in un’esperienza che le persone ameranno davvero.
In pillole
- Libro iconico sul design e la psicologia cognitiva.
- Adatto a designer, UX/UI specialist ma anche a lettori comuni.
- Linguaggio accessibile e ricco di esempi.
- Spiega concetti chiave come affordance, feedback e vincoli.
- Può sembrare ripetitivo a chi cerca manuali tecnici.
- Utile per applicazioni pratiche in web design, branding e UX.
- Consigliato a chi vuole progettare con empatia verso l’utente.
Altri libri dello stesso autore da leggere
Donald Norman ha scritto diversi volumi che ampliano e approfondiscono i temi del design centrato sull’utente. Tra i più rilevanti:
Emotional Design (2004)
Esplora il rapporto tra emozioni e prodotti, introducendo l’idea che il design non è solo funzionalità, ma anche piacere estetico.
Living with Complexity (2010)
Riflette su come la complessità non vada eliminata ma resa comprensibile.
The Design of Future Things (2007)
Si concentra su come le tecnologie intelligenti cambieranno il nostro modo di interagire con gli oggetti.
Libri simili di altri autori sullo stesso argomento
Norman non è l’unico ad aver affrontato queste tematiche. Tra gli altri autori più rilevanti troviamo:
Don’t Make Me Think di Steve Krug
Un altro classico della UX, focalizzato sulla progettazione web e sull’usabilità.
Hooked di Nir Eyal
Analizza come i prodotti digitali creano abitudini e come progettare esperienze coinvolgenti.
100 Things Every Designer Needs to Know About People di Susan Weinschenk
Un approccio psicologico alla progettazione, utile per chi lavora con interfacce.